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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, II, 70
 
originale
 
[70] At vero ille tenuis, cum quidquid factum sit, se spectatum, non fortunam putat, non modo illi qui est meritus, sed etiam illis, a quibus exspectat (eget enim multis), gratum se videri studet, neque vero verbis auget suum munus, si quo forte fungitur, sed etiam extenuat. Videndumque illud est, quod, si opulentum fortunatumque defenderis, in uno illo aut, si forte, in liberis eius manet gratia; sin autem inopem, probum tamen et modestum, omnes non improbi humiles quae magna in populo multitudo est, praesidium sibi paratum vident.
 
traduzione
 
70. Ma quel povero, qualunque beneficio gli sia stato fatto, ritiene che si sia considerata la sua persona, non la sua fortuna, e si sforza di sembrare riconoscente non solo verso colui che l'ha beneficato, ma anche verso quelli da cui s'attende benefici - che ha bisogno di molti -, e non accresce a parole la sua opera, se per caso ne compie qualcuna, ma anzi la sminuisce. Bisogna considerare anche questo, che se tu hai difeso un uomo ricco e fortunato, la riconoscenza resta in lui solo o. al massimo, nei suoi figli; se, invece, hai difeso una persona povera ma tuttavia onesta e modesta, tutti gli uomini non disonesti, e ve ne sono molti fra il popolo, vedono in te una difesa preparata per loro.
 

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